I soccorritori con i kayak. Ma non si sa ancora quanti siano intrappolati nelle auto
Hanno provato a usare i mini-droni per avere immagini della situazione all’interno del parcheggio sotterraneo del centro commerciale Bonaire di Aldaia, dove si teme che vi siano ancora dei cadaveri. In rete circolavano numeri di ogni tipo, perfino un audio che ipotizza 800 morti, ma la verità è che fino a quando i sommozzatori non riusciranno a ispezionare tutte le automobili o fino a quando non sarà pompata fuori l’acqua stagnante (servono 36 ore), sono solo numeri sparati a caso, probabilmente per alimentare il caos, visto che in Spagna ora c’è anche un’alluvione di tipo diverso: di bulos, di bufale.
I NUMERI
I posti auto in quel piano sotterraneo sono 2.000 (dunque solo una parte dei 5.700 totali dell’area di sosta del centro commerciale sommerso dall’alluvione). Di certo ci sono molte macchine e il primo responso dei sommozzatori, l’altro giorno, è stato devastante: «Temiamo vi sia un cimitero». C’è il rischio che molti clienti abbiano tentato di mettere al sicuro la propria vettura e siano rimasti intrappolati. È una corsa contro il tempo. L’Ume (unità militare di emergenza) sta usando anche dei kaiak per ispezionare l’interno. Una cinquantina di sommozzatori del Dipartimento Provinciale dei Vigili del Fuoco di Salamanca sono riusciti a ispezionare dieci automobili e per ora non sono stati trovati cadaveri.
Parking Bonaire (5.700 posti), sommerso ad Aldaya. Sub nel centro commerciale. «È un cimitero»
Spiega il quotidiano Las Provincias: «Nei 2.000 metri quadrati del parcheggio interno di Bonaire, le forze di sicurezza stimano che siano stati arginati 200 milioni di litri d’acqua». Servirà ancora tempo per avere un quadro chiaro. «Finora non siamo riusciti ad accedere, stiamo ancora aspirando la melma con le macchine pesanti» dice il tenente David Escriban. Ieri il ministro dei Trasporti spagnolo, Oscar Puente, ha cercato di chiarire la situazione parlando della Dana di martedì (dunque in tutta Valencia e anche in altre aree della Spagna): «Il numero dei decessi accertati in questo momento è 214. Perché questo numero è aumentato poco nelle ultime 48 ore? Perché in superficie, nelle zone più accessibili, dove si svolge il grosso del lavoro, non compaiono più. Ciò significa che non ci sono più persone decedute? No. Ci sono scantinati o garage allagati, cantine e parcheggi che vanno bonificati ed è prevedibile che in quegli spazi possano esserci persone morte. Quanti? Non è noto. Pertanto ogni speculazione è proprio questo: pura speculazione. Si è parlato dei parcheggi dei centri commerciali, dando il possibile numero di morti e basandosi su voci che non corrispondono al vero. Ad oggi non si sa cosa si possa trovare in quegli spazi. Pertanto, coloro che affermano di conoscere già il risultato stanno semplicemente speculando. Non ha alcun senso nascondere all’opinione pubblica i dati relativi ai decessi. Ciò che è noto viene comunicato».
Tra le migliaia di volontari che si sono mobilitati per aiutare le zone alluvionate, c’è una parte che ha deciso di non seguire i canali ufficiali dell’arruolamento disposto dalla Generalitat, ma ha aggirato le limitazioni all’accesso di diverse città deciso dall’esercito. Ieri però c’è stato un’allerta arancione: ci sono state nuove precipitazioni tanto che le squadre di volontari (anche quelle “regolari” arrivate con gli autobus organizzati dalla Generalitat) sono state costrette ad allontanarsi. Inoltre, per il Sud dell’area di Valencia, l’Aemet (l’agenzia meteo pubblica) ha decretato l’allerta rossa, con rischi ancora più seri tanto che è stato detto alla popolazione di restare ai piani alti mentre sui cellulari è apparso l’alert. Lo stesso è stato chiesto a chi abita a Catarroja, perché era saltato il sistema fognario.
ALTRE ZONE
Non c’è pace: altri allagamenti, per fortuna con conseguenze meno catastrofiche, sono avvenuti a Sitges, località della costa tra Tarragona e Barcellona (dunque molto più a Nord rispetto alla provincia di Valencia), dove l’acqua nel quartiere di Terramar non solo ha invaso le strade, ma in alcuni casi è entrata nelle abitazioni. Le precipitazioni hanno superato i 60 litri per metro quadrato in un’ora. In Catalogna, la Protezione Civile aveva inviato avvisi poco prima delle 17 ai cellulari nelle regioni del Garraf e dell’Alt e Baix Penedès (Barcellona), avvertendo di piogge continue e torrenziali. Problemi anche in Murcia.