Ancora violenza tra giovanissimi. La vittima, un calciatore di 19 anni, cercava di placare una rissa che aveva coinvolto un amico. L’accusato era uscito da poco dal carcere
Una scarpa pestata, una spallata, due spintoni. Poi spunta una pistola. Ancora un’arma in mano a un minorenne. Ancora una giovanissima vittima innocente spezzata da una violenza senza fine. Stavolta è successo a San Sebastiano al Vesuvio. Un altro nome di minorenne finisce nella lista dei «cattivi».
La vittima: Santo Romano, 19 anni appena, era un ragazzo di Volla che sognava di diventare un calciatore. Era il portiere dell’ASD Micri, una squadra che milita nel campionato di Eccellenza e che si allena lì al confine con Pomigliano d’Arco. «Un bravo ragazzo, un ragazzo d’oro», lo hanno definito tutti quelli che lo conoscevano. Era uscito con gli amici e la fidanzata perché era stato il suo onomastico. L’altro protagonista dell’ennesima notte di follia all’ombra del Vesuvio ha appena 17 anni ed è stato fermato nel pomeriggio di ieri dai carabinieri della sezione operativa della compagnia di Torre del Greco con l’accusa di omicidio. Aveva fatto perdere le sue tracce per quasi 24 ore.
È residente nel quartiere Barra ed è da poco uscito dal carcere di Nisida, dove era stato detenuto per spaccio di droga. La sera prima dell’omicidio era stato fermato a un controllo delle forze dell’ordine a bordo di una Smart noleggiata con targa straniera che viene inquadrata in fuga subito dopo gli spari che hanno tolto la vita a Santino e ferito il suo amico Salvatore S., anche lui 19enne, colpito da un proiettile al gomito e ricoverato all’Ospedale del mare di Napoli. Ora il 17enne è stato trasferito al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei in stato di fermo, in attesa dell’interrogatorio per la convalida.
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I testimoni e gli amici di Santino hanno raccontato quegli attimi di pura follia che ricordano da vicino quanto accaduto a Francesco Pio Maimone e a Giogiò Cutulo, i due giovanissimi napoletani uccisi senza un motivo, come prima di loro era morto Giovanni Guarino al luna park di Torre del Greco. Vite spezzate da rampolli di camorra, che vivono di violenza e, appena adolescenti, girano armati di pistole e coltelli in cerca di bersagli contro i quali accanirsi senza pietà. Il tutto, poco più di 24 ore dopo i funerali del 15enne Emanuele Tufano, ucciso in uno scontro a fuoco tra minorenni a Napoli. Ieri, poco dopo la mezzanotte, lo scoppio di una lite per un pestone su un piede che avrebbe sporcato una scarpa. Di lì si sarebbe subito accesa una discussione, rapidamente degenerata in litigio. Prima una spallata, poi qualche spintone, due schiaffi. In pochi attimi, uno di quei ragazzi estrae una pistola e la impugna. «Mica fa sul serio?» pensano. Santino si frappone per difendere l’amico. In un istante partono almeno due proiettili esplosi ad altezza d’uomo. Il primo raggiunge al petto Santino e lo lascia esanime a terra, un altro colpisce al gomito il suo amico Salvatore. Nel panico generale, i primi a fuggire sono i ragazzini armati, che scompaiono nella notte napoletana a bordo di una Smart. Santino e Salvatore vengono accompagnati d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale del mare di Napoli. Santino respira ancora, ma non risponde più agli amici. I medici provano a rianimarlo, ma in pochi minuti avviene il decesso. Salvatore, invece, è solo ferito e viene ricoverato. Tra la disperazione di amici e familiari di Santino, partono immediatamente le indagini dei carabinieri, che si confrontano ancora una volta con la triste realtà degli ultimi mesi: a sparare probabilmente è stato un minorenne. Un ragazzo con diversi precedenti, che proprio la sera prima dell’omicidio era stato fermato per un controllo. L’auto «sospetta» a bordo della quale viaggiava era stata incrociata a tarda ora in strada dalle forze dell’ordine. La targa coincide con quella ripresa dalle telecamere presenti in piazza Capasso a San Sebastiano al Vesuvio. Partono immediatamente le ricerche, mentre gli investigatori – coordinati dalla Procura per i minorenni di Napoli – proseguono le indagini e gli interrogatori. Quel 17enne fa perdere le tracce, non fa ritorno a casa per dormire e rientra nel quartiere Barra solo nel pomeriggio di ieri, dove i carabinieri lo hanno sorpreso, bloccato e fermato, per portarlo in caserma per l’interrogatorio.
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LO «SBALLO»
Il minorenne al momento è l’unico indiziato dell’omicidio di Santino. Visti i precedenti per spaccio di droga, gli investigatori non escludono che potesse trovarsi in quella zona di San Sebastiano al Vesuvio perché ormai di sera, dopo una certa ora, molti giovani si ritrovano lì, alla ricerca dello «sballo» grazie a qualche dose di cocaina o marijuana. LDM, queste le iniziali – assistito dall’avvocato Luca Raviele – avrebbe confessato la sua responsabilità spiegando di aver agito «per legittima difesa». Non è stata ancora recuperata l’arma del delitto. Per la stessa vicenda è indagato anche un altro ragazzo coinvolto nella rissa. La Procura sta inoltre valutando alcune immagini dei profili social dell’indagato, in cui si vede il ragazzo in compagnia di altri amici mentre si scambiano frasi di «fratellanza e fedeltà» di carattere mafioso e mostrano armi da fuoco. S’indaga anche per istigazione alla violenza e all’uso di armi.